bullismo
Bullismo e Cyberbullismo
bullismo e cyberbullismo:
definizione del problema
Il bullismo è un problema globale, ed esserne vittima durante l’adolescenza ha conseguenze molto gravi, andando ad incidere direttamente sul benessere psicosociale dell’adolescente che lo subisce.
Il termine inglese “bullying” trae origine dalla parola olandese “boel”, che significa “amante”, ma in senso peggiorativo applicato agli sfruttatori.
Non è vero che la parola “bullying” derivi dal termine inglese “bull”, sebbene sia stato adottato l’anglicismo. Con il termine “bullismo”, infatti, si fa riferimento all’azione commessa dal “bullo” o da persona nel ruolo di aggressore.
Per Olweus (1993) il bullismo è definibile come una serie di comportamenti aggressivi messi in atto da una o più persone nei confronti di un’altra, ripetutamente e nel tempo, con l’intenzione di nuocerle, che rappresenta una dinamica caratterizzata da uno squilibrio di potere tra le persone coinvolte, e che causerà alla vittima difficoltà a difendersi.
Sulla base della definizione, il bullismo ha 3 caratteristiche principali, sintetizzate di seguito.
- Squilibrio di potere, ovvero abuso fisico, psicologico o sociale.
- Intenzionalità da parte dell’aggressore
- Ripetizione per un determinato periodo di tempo.
Quindi, il bullismo va oltre il conflitto, che si verifica quando c’è una differenza di interessi, non implica necessariamente uno squilibrio di potere tra gli adolescenti coinvolti e può trattarsi di un episodio specifico e non ripetuto nel tempo (Blanco e coll., 2020).
Inoltre, il bullismo può essere compiuto direttamente o indirettamente.
Nelle forme dirette, l’aggressione viene effettuata visibilmente per la vittima.
L’aggressore mostra il suo volto e la vittima è consapevole che gli sta facendo del male.
Nelle forme indirette, invece, l’aggressione non è visibile alla vittima, ma ne subisce le conseguenze, riconoscibili come attacchi subdoli che danno un vantaggio all’aggressore, con un’elevata componente psicologica che si mantiene nel tempo.
Il bullismo è distinguibile in due dimensioni: bullismo tradizionale e cyberbullismo (Chu et al., 2019). Il bullismo tradizionale si riferisce a tutti quei comportamenti posti in essere offline e sono classificati nelle tipologie di bullismo fisico, verbale e sociale (Menesini e Salmivalli, 2017).
il cyberbullismo
Il cyberbullismo dal canto suo, è apparso negli ultimi anni a causa del crescente utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione online, che hanno causato l’emergere di nuove forme di violenza (Kowalski e coll., 2014).
Il cyberbullismo è inteso come una forma di bullismo tra pari che prevede l’uso di tecnologie di comunicazione elettronica ed è considerato una tipologia di bullismo molto pericolosa.
Il bullismo è caratterizzato dal verificarsi in un microsistema sociale, quindi non è un comportamento aggressivo individuale, ma piuttosto un insieme di processi psicosociali di gruppo: infatti, gli episodi di bullismo coinvolgono direttamente o indirettamente ragazzi e ragazze, oltre che la vittima stessa e l’aggressore (Ríos, Ventura, 2023).
Pertanto, in una situazione di bullismo si distinguono tre ruoli principali: quello della vittima, dell’aggressore e dello spettatore.
Vittima:
è l’adolescente che sperimenta la situazione di bullismo, sulla quale vengono esercitate le molestie.
Qualsiasi ragazzo o ragazza può essere vittima di bullismo, ed è per questo motivo che non esiste un profilo standard delle vittime, anche se non tutti i gruppi della popolazione hanno le stesse possibilità di esserlo.
Secondo vari studi, potrebbero essere più sensibili in relazione alla vittimizzazione adolescenti con qualche disabilità, che appartengono a gruppi sociali minoritari o a un determinato gruppo etnico, o con scarsa capacità motoria.
Inoltre, spesso le vittime sono inoltre caratterizzate da una bassa autostima e da poche capacità di relazionarsi con gli altri, sono isolate e rifiutate dai loro pari e questa debolezza sociale, percepita dai loro pari, alimenterà lo schema di dominanza-sottomissione in cui sono immersi (Ortega, Mora-Merchán, 2008).
Aggressore:
è la persona o le persone che iniziano o eseguono l’aggressione, avendo un ruolo di primo piano nelle molestie, comprendendo che gli attacchi possono essere opera di un individuo o di un gruppo di persone.
Per quanto riguarda le caratteristiche dell’aggressore, sebbene esistano alcune tendenze che possono ripetersi, non esiste nemmeno un profilo standard.
In questo senso, possono essere adolescenti popolari nel loro gruppo di pari, ma allo stesso tempo presentare una bassa autostima e anche alcuni comportamenti impulsivi e arroganti.
In generale mostrano problemi comportamentali e di controllo delle proprie emozioni e hanno un basso livello di empatia, e possono anche presentare scarsi risultati accademici o insuccessi scolastici.
Gli aggressori tendono a giustificare le azioni immorali che compiono e possono agire per diversi motivi, come per il desiderio di intimidire e dominare un’altra persona e abusare del potere, per sentirsi ammirati e riconosciuti da uno specifico gruppo sociale, o per raggiungere uno status sociale elevato.
Spettatore:
la persona o le persone che assistono alle interazioni tra la vittima e l’aggressore e sono testimoni della molestia. Questi adolescenti adotteranno comportamenti e atteggiamenti che influenzeranno lo sviluppo della dinamica del bullismo, avendo un ruolo molto importante nel mantenere o inibire queste situazioni.
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