psicologia in campo
psicologia in campo e come allenare le abilità psicologiche nel settore giovanile
Oggi è arrivato il coronamento di un percorso che mi accompagna da tempo, o meglio da quando ho capito che lavorare con i ragazzi nello sport sarebbe stata la mia strada.
Tutto ciò che ebbe inizio, un po’ per caso e un po’ per scelta, circa venti anni fa, quando militavo come giocatore nella prima squadra di una società dilettantistica della mia città.
Nel corso della stagione, il mio allenatore, che contemporaneamente allenava una squadra di ragazzi nel settore giovanile, mi chiese di affiancarlo come vice per aiutarlo durante gli allenamenti.
Accettai, inconsapevole che quella scelta avrebbe cambiato la mia vita sia a livello personale che a livello professionale.
Oltre all’allenamento con i ragazzi, dove si mirava principalmente allo sviluppo delle capacità tecnico-tattiche, mi resi conto pian piano che quel ruolo d’istruttore nascondeva in sé tutta una serie di mansioni da me ignorate: non mi dovevo solo occupare della formazione tecnica degli allievi, ma dovevo fornire anche il mio contributo per formare individui autonomi, curiosi, creativi, disposti a lavorare in gruppo, a imparare, a evolvere, a collaborare.
Grazie all’esperienza, alle gioie e alle delusioni, capii la responsabilità che mi era stata affidata.
Dopo la laurea in psicologia dello sviluppo, decisi di frequentare un Master specifico in Psicologia dello Sport a Roma e, anni dopo, uno in Spagna, dove ho avuto la possibilità di confrontarmi con molti psicologi che lavorano quotidianamente nei settori giovanili.
Nel mentre ho avuto tante esperienze nel calcio, dall’allenatore al responsabile organizzativo, dallo psicologo al responsabile di settore giovanile, e tutto questo vissuto mi ha portato ad alimentare una convinzione, giorno dopo giorno: sono le persone in gioco, gli allenatori, i dirigenti, i genitori a far si che il calcio favorisca lo sviluppo fisico, tecnico, psichico, sociale ed emotivo dei giovani atleti.
Non ho la presunzione di rivoluzionare il sistema calcio, ma l’intenzione di far capire l’importanza della preparazione psicologica nel settore giovanile: se vogliamo formare atleti nella loro totalità dobbiamo conoscere e considerare l’in- fluenza che esercitano i processi cognitivi ed emotivi.
Ogni addetto ai lavori, quindi, una volta approfondite le tematiche, è libero di scegliere se contemplare la psicologia nella metodologia di allenamento, percorrendo una strada nuova e tortuosa, o seguire quella vecchia, già tracciata e facile da seguire.
Come diceva l’imperatore romano Marco Aurelio: “Ricorda che tutto ciò che ascoltiamo è un’opinione, non un fatto. Tutto ciò che vediamo è una prospettiva, non è la verità […].”