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Allenamento delle abilità psicologiche

Cosa intendiamo per allenamento delle abilità psicologiche?

Collaborazione tra psicologo e staff tecnico, attitudine psicologica e allenamento delle abilità psicologiche e neuroni a specchio

Gli allenatori, i manager e tutte le figure del mondo dello sport sono consapevoli che il carattere che gli atleti dimostrano in allenamento e in gara siano fattori importanti per spiegare e giustificare la prestazione sportiva.
Le sconfitte sono spesso attribuite a variabili di tipo psicologico quali “la mancanza di concentrazione”, che “si è avuta poca tensione”, che “la squadra ha perso fiducia in sé stessa”, etc.

Si ricerca, perciò, la spiegazione di un insuccesso nella mentalità.

Però, è possibile rendere concreto in termini relativamente obiettivi ciò che, in forma generale, è indicato come “carattere o attitudine”.
Le prestazioni della squadra o di un singolo atleta sono analizzate solo sulla base di ciò che vediamo (aspetti tecnici, tattici e atletici), senza tenere in considerazione particolarità non tangibili e difficili da individuare, come le abilità psicologiche.

allenamento-abilità-psicologiche

Allenamento delle abilità psicologiche

Partiamo dalle abilità psicologiche, sono queste le qualità che permettono all’atleta di raccogliere, elaborare e interpretare le informazioni presenti nell’ambiente durante lo svolgimento di allenamenti e gare. Con l’allenamento delle abilità psicologiche si può arrivare a un comportamento globale che rifletta il carattere individuale e l’attitudine psicologica con la quale l’atleta affronta gli allenamenti e le partite.

Conclusioni

A tale proposito, si presenta una breve definizione di ogni abilità psicologica e le strategie di collaborazione tra psicologo e staff tecnico, in modo che risulti semplice identificarle e differenziarle tra loro.

Strategie per sviluppare la Motivazione:

  • Distribuire le informazioni in forma efficace.
  • Utilizzo del rinforzo positivo.
  • Programmi basati sulla formulazione degli obiettivi.
  • Colloqui motivazionali con singoli atleti.
  • Valutare le variabili che possano incidere sulla motivazione basica dell’at

La motivazione è la ragione per la quale vengono messi in atto i comportamenti.
Per motivazione s’intende il desiderio di competere, di confrontarsi, di lottare.
E’ caratterizzata dalla disponibilità a programmare obiettivi e a realizzare il massimo sforzo e dare il massimo di se stessi. 

Strategie per sviluppare l’Autoefficacia:

  • Utilizzare l’approssimazione positiva come filosofia di allenamento.
  • Utilizzare feedback che facilitino l’apprendimento e la sensazione di progresso.
  • Utilizzare modelli per realizzare le dimostrazioni.
  • Scomporre l’insegnamento di abilità complesse.
  • Favorire l’autodialogo positivo.
  • Stabilire routine per controllare i pensieri negativi.
  • Creazione di esercizi d’allenamento per favorire le sensazioni di riuscita.

Convinzioni che le persone hanno circa la loro efficacia personale di organizzare e dirigere le loro abilità e risorse per mettere in atto un’azione che li condurrà alla conseguenza desiderata.
Corrisponde alla percezione che ogni giocatore deve possedere del proprio livello di capacità e competenza.

Strategie per sviluppare l’Attenzione e la Concentrazione:

DURANTE L’ALLENAMENTO
Tenere in considerazione i fattori che influiscono sulla capacità di attenzione:

  • Novità
  • Informazione rilevante
  • Creazione di esercitazioni specifiche di allenamento.

DURANTE LE GARE

  • Ricordare gli obiettivi individuali e collettivi.
  • Utilizzare la comunicazione non verbale.
  • Fornire correzioni concrete e comprensibili.
  • Fornire istruzioni che aiutino l’atleta a dirigere la propria attenzione.
  • Fornire istruzioni chiare e correggere l’esecuzione immediatamente.

Capacità di selezione degli stimoli rilevanti e strutturazione selettiva del campo percettivo.
L’attenzione è il filtro o meccanismo di selezione che separa le informazioni rilevanti da quelle irrilevanti.

È la capacità di focalizzare l’attenzione sui riferimenti fondamentali del gioco e di mantenere l’attenzione durante tutto il tempo necessario. 

Controllo Emotivo

DURANTE L’ALLENAMENTO
Si differenziano due modalità distinte:

  • Individuare il livello di stress del gruppo, aumentandolo o diminuendolo, a seconda del momento stagionale.
  • Lavorare sulle differenti situazioni di gioco che creano stress nel giocatore e che influiscono sul rendimento.

Se l’atleta impara ad affrontare situazioni stressanti durante l’allenamento, sarà più probabile che sia in grado di superarle durante la prestazione sportiva.

E’ la capacità di controllare le emozioni in modo che non danneggino la propria condotta, diminuendo il rendimento. Si tratta di superare l’euforia, il timore, l’ansia, l’arrabbiatura e lo scoraggiamento, al fine di ottenere risultati sportivi ottimali.

MENTAL TRAINING

Strategie per sviluppare il Controllo Emotivo:

Strategie basate sulla modificazione della percezione dell’ambiente

  • Imparare a riconoscere le manifestazioni psicologiche.
  • Insegnare all’atleta a riconoscere le manifestazioni di tensione.

Strategie per ridurre la difficoltà percepita

  • Ricordare eccellenti prestazioni sportive precedenti.
  • Stabilire obiettivi il cui raggiungimento dipenda dalla prestazione dell’atleta.
  • Risaltare i punti forza della squadra.
  • Sottolineare i punti deboli dei rivali.
  • Utilizzare i leader per influire sullo stato emotivo del gruppo.
  • Non variare il metodo di lavoro.
  • Non ricordare eccessivamente l’importanza della gara e/o le conseguenze di un risultato negativo.

Strategie per ridurre l’incertezza

  • Analisi delle caratteristiche della situazione.
  • Azioni concrete per ridurre l’incertezza.

Strategie di simulazione

Manipolazione di variabili caratterizzanti la situazione di stress:

  • Novità
  • Cambiamento
  • Mancanza informazioni/ambiguità
  • Mancanza di risorse
  • Valore e durata della situazione stressante.

Presa di decisione

Processo grazie al quale l’atleta sceglie tra le scelte possibili.
Corrisponde alla facilità di assumere iniziative e responsabilità durante il gioco.
La capacità di scelta è frutto di un processo che implica:

  • Percezione della situazione di gioco.
  • Elaborazione a livello cognitivo.
  • Esecuzione motoria.

Strategie per sviluppare la presa di decisione:

  • Contestualizzare l’allenamento.
  • Dare significato al lavoro sulla presa di decisione.
  • Manipolare la complessità della situazione.
  • Ricerca del problem solving.
  • Creazione di esercitazioni specifiche.
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Dott. Andrea Menozzi Psicologo dello Sport

“Un cervello che agisce è innanzitutto un cervello che comprende”

(Rizzolati e Sinigaglia, 2006).

ALLENAMENTO SISTEMICO E NEURONI SPECCHIO

Il Cervello determina i tempi di decisione

In ogni istante della gara o dell’allenamento, infatti, il cervello percepisce i segnali specifici della situazione, cercando di analizzare e prendere delle decisioni nel minor tempo possibile, risolvendo un problema legato a una precisa situazione. Il cervello è dunque in grado di selezionare un enorme flusso d’informazioni provenienti dall’esterno, generando così risposte secondo il classico percezione-elaborazione-decisione.

I Neuroni a Specchio

In questo paragrafo, proviamo ad accennare alcuni concetti associati ai neuroni a specchio nell’allenamento integrato. L’evoluzione scientifica e la sorprendente scoperta dei neuroni a specchio hanno notevolmente complicato tale processo. I neuroni a specchio danno un’interpretazione unitaria della percezione dell’azione, ovvero di un meccanismo che fonde l’azione svolta da altri con il proprio apprendimento, unificando il mondo del “cervello che capisce” a quello del “cervello che sa fare”.

Il riconoscimento degli altri, delle loro azioni e delle intenzioni dipende fondamentalmente dal patrimonio motorio (più sono esperto, più sono in grado di riconoscere prima il susseguirsi delle azioni). Inoltre, l’attivazione dei neuroni a specchio è inerente alla percezione delle persone nello spazio, quindi rispondendo non solo durante l’esecuzione di atti motori, ma anche in relazione a stimoli sensoriali.

L’atleta e i livelli d’intensità

L’atleta è chiamato a mantenere livelli d’intensità elevati ed è chiamato a elaborare un’innumerevole quantità e qualità di stimoli tecnici, tattici, fisici e sensoriali. Gli stimoli si modificano e variano riguardo all’evoluzione della situazione, costringendo l’atleta a individuare le informazioni rilevanti per emettere la miglior risposta tecnica, tattica, fisica e mentale. Ogni situazione di gioco mette alla prova le abilità psicologiche nel sincronizzare le risorse cognitive ed emotive, al servizio del comportamento tecnico tattico.

Allenatori e Atleti

Gli allenatori devono perfezionare il processo di apprendimento durante gli allenamenti, allo scopo di migliorare le abilità psicologiche, attraverso la creazione di situazioni complesse che riproducano le soluzioni di gioco. Attraverso l’allenamento integrato, sviluppiamo giocatori alla ricerca delle soluzioni, non in attesa d’istruzioni (Coca, 2006). L’atleta in campo è sempre responsabile delle sue azioni, e deve essere in grado di analizzare le molteplici opportunità di giocata, sviluppando capacità di anticipazione e automatizzazione.

Allenamento Sistemico

L’allenamento sistemico permette il raggiungimento del massimo rendimento dell’atleta attraverso la conoscenza delle proprie abilità e delle proprie mancanze, fornendo opportunità per svilupparsi individualmente e poter così raggiungere gli obiettivi sportivi. L’allenamento integrato è molto più di un allenamento tradizionale ma bensì un metodo che facilita lo sviluppo della maturità cognitiva ed emotiva del giocatore (Lopez del Campo, 2014). Lo staff tecnico deve dedicare tempo all’osservazione del comportamento e interagire con loro al fine di sviluppare la capacità di autoregolazione dell’atleta, colmando il vuoto tra ciò che l’atleta crede di essere e ciò che desidera realmente diventare.

Conclusioni

Il migliore allenamento è quello che riesce a riprodurre fedelmente una situazione nella quale il giocatore riesce a ottimizzare certi meccanismi, da lui accettati e riconosciuti importanti per aiutarlo a risolvere quella situazione proposta (Seiru-lo, 2017).

Bibliografia

Coca, S. (2006). Dirección de Equipos. Curso Nivel 3 de Entrenador Nacional de Fútbol. Madrid: Real Federación Española de Fútbol.

Lopez del Campo, R. (2014). Entrenamiento psicológico integrado de futbol. Madrid: Bubok Editorial

Seiru-lo, F. (2017). El entrenamiento en los deportes de equipo. Barcelona: Mastercede.

Rizzolatti, G., Sinigaglia, C., (2006). So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio. Milano: Raffaello Cortina Editore.

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