MOTIVAZIONE SPORTIVA

In questo articolo parliamo di motivazione sportiva, un’abilità di non facile definizione, essendo ritenuta dalla maggior parte degli studiosi un fenomeno altamente complesso, che si relaziona con una moltitudine di fattori.

La motivazione può essere definita come la direzione e l’intensità dello sforzo, intendendo per direzione la disposizione dell’individuo ad affrontare una situazione determinata, e per intensità dello sforzo la quantità di risorse che è disposto a impiegare per affrontare tale situazione

(Weinberg e Gould, 2007).

La relazione tra queste due variabili determina la scelta del comportamento, la frequenza della pratica, la persistenza nel tempo e, infine, la prestazione.

E’ necessario fare chiarezza e approcciarsi alla motivazione come un processo, un insieme di fattori in interazione continua tra loro che condizionano l’attività sportiva, sgomberando il campo da false credenze e da stereotipi ormai desueti.

Motivazione psicologica sportiva, abilità dell’individuo

La motivazione è un’abilità psicologica e quindi si modifica, nel tempo e nei modi, e non può essere interpretata come un costrutto stabile.

Alcuni addetti ai lavori pensano che la motivazione sia usare “bastone e carota”, ovvero usare rinforzo e punizione per far sì che l’atleta raggiunga gli obiettivi preposti, altri sostengono che “con un atleta poco motivato si puó fare poco”.

Allo stesso modo, è stato ampliamente rivisto il concetto per il quale l’atleta è motivato solo in funzione di riconoscimenti esterni, quali vincere una coppa o ottenere una ricompensa economica.

Questo è sicuramente un aspetto importante, ma non sufficiente a lavorare sull’intensità e la direzione dello sforzo.

Palmero (2000) definisce la motivazione psicologica come un processo, conferendogli dinamicità, elemento indispensabile per permettere all’atleta di adattarsi ai cambiamenti continui del contesto.