GOAL SETTING
Allenare la motivazione: Il Goal Setting Psicologico
Prima di tutto è importante sapere che Il goal setting psicologico è una strategia psicologica molto efficace in quanto è capace di proporzionare i benefici e specificare i costi che si devono affrontare: un obiettivo, infatti, rappresenta una direzione, uno scopo verso il quale indirizzare i propri comportamenti.
Obiettivi per allenare la motivazione
Avere degli obiettivi è fondamentale sia per i giocatori sia per lo staff tecnico, ed è grazie ad essi che si possono migliorare le proprie abilità e raggiungere i traguardi sperati.
Grazie al goal setting psicologico, l’atleta lavora sulla programmazione di obiettivi a breve, medio e lungo termine e monitora costantemente i progressi compiuti e aumenta la sensazione di controllo delle proprie attività.
Infatti per obiettivo s’intende un qualcosa che si vuole consapevolmente raggiungere, e questo qualcosa è composto essenzialmente da due caratteristiche:
- Direzione o contenuto: vale a dire la scelta di come dirigere la propria azione verso un risultato desiderato.
- Qualità o intensità: quanta energia e tempo sono necessari per giungere a questi risultati. Il goal setting migliora la prestazione e consente all’allenatore e all’atleta di mettersi alla prova nell’attività e nella sfera relazionale.
psicologia dello sport
Goal Setting Psicologico e Settore Giovanile
Nel settore giovanile, gli obiettivi devono essere orientati alla prestazione, ma ciò non sempre accade, dato che alcuni dirigenti e allenatori sono decisamente più orientati alla vittoria.
La pianificazione degli obiettivi deve essere graduale, da raggiungere in maniera sistematica, suddividendoli a breve, medio e lungo termine.
Inoltre gli obiettivi a medio devono riferirsi a un livello di prestazione solo poco superiore alle capacità degli atleti in quel momento: vanno pianificati una serie di obiettivi ( tre o quattro), da conseguire nell’arco di circa un mese, di difficoltà gradualmente crescente, nei quali ogni acquisizione costituisca le fondamenta per quelle successive.
Va comunque tenuto presente che, al progredire degli apprendimenti e più in generale del livello di prestazione, per ottenere anche piccoli miglioramenti sono necessari sforzi e impegno molto maggiori di quelli richiesti nelle fasi iniziali (Morellò, Vert Boyer, Navarro, 2018).
Allenare la Motivazione e Progressi
Molto importante che gli obiettivi dovrebbero essere sì sufficientemente difficili da costituire una sfida, ma, quando necessario, dovrebbero essere ridimensionati e adattati costantemente alle capacità e ai progressi reali.
Weinberg e Gould (2007) propongono l’acronimo SMARTS per ricordare secondo quali modalità dovrebbero essere fissati gli obiettivi.
Obiettivi SMARTS per allenare la motivazione
Questo acronimo in lingua inglese indica che gli obiettivi dovrebbero essere:
Specifici: ci si riferisce a obiettivi peculiari per ogni atleta.
Misurabili: significa che offrono parametri con cui potersi confrontare.
Orientati all’azione (action-oriented)
devono essere volti all’attivazione della persona verso comportamenti specifici, perché un obiettivo troppo facile non è interessante per un atleta e non produce alcun incremento considerevole delle sue prestazioni.
Al contrario, obiettivi stimolanti e di adeguata difficoltà aiutano l’atleta a realizzare i propri traguardi.
Obiettivi realistici
non devono essere né eccessivamente facili, ma nemmeno troppo difficili.
Esiste, infatti, un limite nelle capacità personali del giocatore, raggiunto il quale l’incremento della prestazione si arresta: se un obiettivo fosse impossibile da raggiungere non ripagherebbe gli sforzi profusi dagli atleti, mentre un obiettivo realisticamente raggiungibile porterebbe l’atleta a spendere il massimo delle proprie energie fisiche e mentali per conseguirlo (Santi e Pierantoni, 2013).
Obiettivi time-based
avere una propria temporalità. Se non è fissato un periodo entro il quale un certo obiettivo deve essere raggiunto, difficilmente esso sarà funzionale.
Goal Setting e obiettivi a lungo e medio termine
Per essere realmente efficaci dovrebbero essere fissati a lungo e a breve termine: porsi obiettivi a breve termine può facilitare il raggiungimento di obiettivi anche distanti nel tempo, poiché è un modo per fornire feedback ed incrementa la percezione di efficacia personale.
Per questo, abbinare obiettivi prossimali a obiettivi a lungo termine migliora l’efficacia del goal setting, poiché determina tappe intermedie che permettono di sviluppare nuove abilità e strategie appropriate.
Obiettivi self-determined
dovrebbero essere scelti e determinati dall’atleta o almeno condivisi fra staff e atleti. Infatti, se l’obiettivo è assegnato dall’allenatore senza dialogo e accettazione da parte dell’atleta, questo rischia di non essere efficace.
Bibliografia
Morello, E., Vert Boyer, B., Navarro Barquero, S. (2018). Establecimiento de objetivos en el curriculum formativo de los futbolistas. Revista de Psicologia aplicada al Deporte y al Ejercicio Fisico.
Palmero, F. (2000). Psicologia de la motivación e la emoción. Madrid: McGraw Hill.
Santi, G., Pierantoni, L. (2013). Goal setting e performance sportiva: una rassegna della letteratura. Università degli studi di Bologna. https://www.researchgate.net/publication/257297337.
Weinberg, R. S., e Gould, D. (2007). Foundations of sport and exercise psychology (4th ed.). Champaing (IL): Human Kinetics.
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