leader
Essere LEADER significato, azioni e abilità
definizione di leader
L’allenatore leader è colui che guida un gruppo di persone e che viene da queste seguito spontaneamente, perché lo vogliono e non solo perché devono.
Un allenatore diventa un vero leader quando le persone lo stimano e lo ammirano, lo seguono e non sono costrette da nessuno e da nessuna logica di gerarchia: la vera leadership, infatti, non è mai attribuita, ma è guadagnata!
L’allenatore, per esercitare in maniera efficace la leadership, deve mettere nelle condizioni la squadra di svolgere al meglio i compiti assegnati, stabiliti e soggetti a variazioni.
Il leader ha a disposizione azioni, deve utilizzare abilità, ha delle responsabilità e degli strumenti grazie ai quali esercitare la leadership.
Di seguito vengono presentati nel dettaglio tutti questi aspetti fondamentali.
Le azioni del leader
Le principali azioni del leader sono:
- Anticipazione situazionale
- Orientamento comportamentale
- Gestione delle idee e del controllo emotivo all’interno del gruppo squadra.
L’anticipazione situazionale
Si tratta di un’importante azione del leader, che deve avere una visione, vedere oltre a quello che si sta manifestando in un determinato momento o in una determinata situazione.
Il leader passa molto tempo a risolvere problemi operativi, a risolvere conflitti, e deve dedicarsi ad un aspetto centrale del lavoro di allenatore: programmare.
L’allenatore deve prevedere le situazioni, preparando strategie per anticiparle, ponendo l’attenzione sui comportamenti della propria squadra e sull’evoluzione delle risorse interne dei giocatori.
L’orientamento comportamentale
Azione conseguente all’anticipazione situazionale.
Infatti, i comportamenti da osservare non sono solo quelli osservabili, ma quelli che non si percepiscono.
L’orientamento comportamentale si riferisce quindi alla capacità di conoscere i comportamenti e le possibili conseguenze degli stessi.
L’allenatore deve, quindi, guidare i comportamenti che si sviluppano nel terreno di gioco in relazione alla filosofia, alla strategia e ai principi che ha spiegato, e orientare e sviluppare la parte “invisibile” che non si vede.
Dedicare tempo a parlare con i giocatori, porre domande sulla comprensione delle esercitazioni, capire le loro preoccupazioni tecniche e tattiche riguardo al ruolo, al modo di giocare della squadra non è tempo perso, ma guadagnato.
La gestione delle idee
La gestione delle idee, permette di sviluppare i pensieri dei giocatori, che hanno un effetto poderoso sulla capacità di moltiplicare o far diminuire le risorse energetiche dei giocatori.
L’allenatore è il primo che deve avere pensieri chiari su cosa vuole insegnare ai propri giocatori, non lasciarsi sopraffare da idee preconfezionate e pregiudizi, evitare le idee assolute o copiare lo stile di quello o quell’altro allenatore, ma adottando uno stile di funzionamento proprio.
La gestione del controllo emotivo
Consiste nella capacità di non farsi sopraffare dalle emozioni, siano esse positive o negative.
Osservando molte partite di calcio possiamo notare allenatori al limite della crisi nervosa, allenatori che esultano in maniera smodata dopo un gol, o che rimangono passivi e non trasmettono emozioni alla squadra.
Il controllo emotivo è un aspetto centrale del funzionamento individuale come allenatore, così come lo è per tutta la squadra: ci sono emozioni che sono rischiose sia per il leader sia per i giocatori, ed è importante conoscerle per renderle funzionali.
Le abilità di un leader
Il leader deve, inoltre, mostrare e utilizzare le abilità interpersonali, che sono sostanzialmente due: Comunicazione e Imparzialità.
La comunicazione è sicuramente una delle abilità principali a disposizione dell’essere umano.
Il leader comunica in ogni momento dell’esercizio del ruolo, ed è chiamato a mantenere, cambiare e incentivare la sua comunicazione e quella dei giocatori in relazione al continuo mutamento delle situazioni sportive.
Un buon comunicatore ha come dote principale l’ascolto, in quanto ascoltare fa nascere nell’interlocutore un comportamento impostato sul rispetto e la corrispondenza.
Per parlare ed essere ascoltati, bisogna a propria volta saper ascoltare, e sapersi trasferire idealmente nella situazione psicologica dell’altra persona, identificarsi nella sua prospettiva assumendone il punto di vista, comprendendolo e soprattutto rispettandolo.
La seconda abilità del leader presentata è l’imparzialità, definibile come un atteggiamento grazie al quale si usa una metrica oggettiva di valutazione dei giocatori e dei colleghi dello staff.
I favoritismi, infatti, ledono l’esercizio della leadership, in quanto essere imparziali significa essere giusti.
È importante che il leader venga percepito come imparziale dai propri giocatori, in quanto incrementa l’impegno, la partecipazione all’allenamento e il rispetto delle norme di convivenza.