Sweller (2016) sottolinea che il carico cognitivo altro non è che il carico di elaborazione cui sottoponiamo la nostra memoria di lavoro a seconda del compito o dell’informazione che viene presentata o rappresentata.
Tenere conto dei limiti della memoria di lavoro è essenziale quando si tratta di promuovere l’apprendimento.
La memoria di lavoro determina la capacità di apprendere dell’adolescente perché tutto ciò che impara (consapevolmente) deve passare di lì.
In effetti, è il “luogo” dove l’adolescente collega le conoscenze precedenti con nuove esperienze e informazioni, allo scopo di costruire nuove conoscenze.
Il suo impatto sull’adolescente e il suo ruolo nei processi d’apprendimento dipendono, inoltre, dall’interazione tra le competenze sin qui possedute, la complessità del contenuto, e i metodi didattici usati nell’ambito della relazione educativa.
Sweller (2016) indica che il carico cognitivo si connota secondo tre diverse caratteristiche rispetto al compito cui si riferisce.
Carico cognitivo estraneo al compito
Caratterizzato da un’inadeguata enunciazione dell’istruzione (comunicazione didattica) che ignora i limiti della memoria di lavoro dei giovani (perché ridondante di dati e informazioni) e fallisce nel concentrare le risorse della memoria di lavoro sulla comprensione del compito e, quindi, sulla costruzione di possibilità d’azione.
Carico cognitivo intrinseco al compito
Quello derivante dalla complessità propria dell’informazione che deve essere processata dalle nostre strutture mentali.
È determinato dalle relazioni e dai livelli d’interazione degli elementi che la caratterizzano.
La comprensione e l’apprendimento d’informazioni aventi fra loro un’elevata interazione, quali quelli citati, impongono un elevato carico cognitivo alla memoria di lavoro.
Carico cognitivo pertinente al compito
quello efficace, adatto e congruente con le fasce d’età, con i livelli di sviluppo mentale e con i compiti da realizzare.
È il carico cognitivo più utile ed efficace per processare i dati nella memoria di lavoro, e per conseguire apprendimenti risultanti dall’adattamento e dalla creazione di possibilità d’azione.
Dott. Andrea Menozzi psicologo dello sport e dell’adolsescenza
Sweller (2016) sostiene che questi tre tipi di carico possano verificarsi insieme e che i loro effetti siano nocivi in termini di occupazione di spazio nella memoria di lavoro.
Se il carico cognitivo che producono congiuntamente supera la capacità della memoria di lavoro, l’apprendimento sarà compromesso.
Infatti, quando la memoria di lavoro è satura, produce una spiacevole sensazione di frustrazione e la reazione immediata è quella di abbandonare ciò che l’adolescente stava cercando di fare.
Si presentano, in seguito, una serie di raccomandazioni per lavorare sul carico cognitivo degli adolescenti nel contesto scolastico.
Ruiz Martin (2021) riporta alcune raccomandazioni applicabili sia per guidare lo sviluppo di attività per adolescenti allo scopo di migliorare le prestazioni in ambito scolastico.
L’obiettivo consiste nel ridurre al minimo le possibilità che gli studenti non raggiungano gli obiettivi di apprendimento a causa di una saturazione della loro memoria di lavoro, e sono presentate di seguito.
Per ottimizzare il carico cognitivo rilevante è raccomandabile:
- Rendere esplicite le relazioni tra quanto appreso e le conoscenze pregresse degli studenti.
- Utilizzare esempi concreti che consentano allo studente di fare affidamento su elementi noti per riconoscere i concetti o applicare le procedure oggetto di apprendimento.
- Incoraggiare l’uso di strumenti visivi e strategie di problem solving con il supporto degli appunti.
Per ridurre il carico cognitivo estraneo, è raccomandabile:
- Evitare di fornire informazioni aggiuntive che non siano direttamente correlate all’obiettivo di apprendimento dell’attività in corso.
- Evitare di fornire esempi irrilevanti su altri argomenti che distolgono l’attenzione degli studenti.
- Sovraccaricare di appunti che focalizzino l’attenzione degli studenti sugli aspetti non rilevanti.
Le attività che introducono simultaneamente molti elementi nuovi per lo studente richiedono grandi risorse di archiviazione alla memoria di lavoro.
Inoltre, le procedure che implicano lunghe sequenze di istruzioni possono facilmente sovraccaricare la memoria di lavoro.
In ogni contesto, l’obiettivo di genitori, insegnanti ed allenatori deve essere, quindi, quello di diminuire il più possibile il carico cognitivo intrinseco e quello estraneo, e allo stesso tempo ottimizzare il carico cognitivo pertinente.
BIBLIOGRAFIA
Calvani, A. (2009). Teorie dell’istruzione e carico cognitivo. Trento: Erickson.
Ruiz Martin, H. (2021). ¿Cómo aprendemos? Una aproximación científica al aprendizaje y la enseñanza. Barcelona: Editorial Grao.
Sweller, J. (2016). Cognitive load theory, evolutionary educational psychology, and instructional design. In C. D. Geary & B. D. Berch (Eds.), Evolutionary perspectives on child development and education. Cham: Springer International Publishing.
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