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Modulare il carico cognitivo

Come modulare il carico cognitivo nell’allenamento?

Il termine carico cognitivo si riferisce a un insieme composito di stati mentali che mediano la prestazione umana in compiti percettivi, cognitivi e motori (Calvani, 2009).

Il carico cognitivo altro non è che il carico di elaborazione cui sottoponiamo la nostra memoria di lavoro a seconda del compito o dell’informazione che viene presentata o rappresentata.

Sweller (2016) indica che il carico cognitivo si connota secondo tre diverse caratteristiche rispetto al compito cui si riferisce.

Carico cognitivo estraneo al compito

Caratterizzato da un’inadeguata enunciazione dell’istruzione (comunicazione didattica) che ignora i limiti della memoria di lavoro dei giocatori più giovani o principianti (perché ridondante di dati e informazioni) e fallisce nel concentrare le risorse della memoria di lavoro sulla comprensione del compito e, quindi, sulla costruzione di possibilità d’azione.

Carico cognitivo intrinseco al compito

Derivante dalla complessità propria dell’informazione che deve essere processata dalle nostre strutture mentali.

È determinato dalle relazioni e dai livelli d’interazione degli elementi che la caratterizzano (ad esempio informazioni di spazio, tempo, causa-effetto, svantaggio, superiorità, eccetera).

La comprensione e l’apprendimento d’informazioni aventi fra loro un’elevata interazione, quali quelli citati, impongono un elevato carico cognitivo alla memoria di lavoro.

Carico cognitivo pertinente al compito:

È quello efficace, adatto e congruente con le fasce d’età, con i livelli di sviluppo mentale e con i compiti da realizzare.

È il carico cognitivo più utile ed efficace per processare i dati nella memoria di lavoro, e per conseguire apprendimenti risultanti dall’adattamento e dalla creazione di possibilità d’azione.

modulare il carico cognitivo

Figura 1. Caratteristiche del carico cognitivo

Risulta fondamentale, nell’allenamento delle abilità psicologiche, ridurre il carico cognitivo estraneo (in quanto diminuire questo carico libera la memoria di lavoro), mettendo in pratica una serie di azioni come presentate di seguito (Pellegrini, 2014):

Evitare esempi poco pertinenti e occasioni di perdita del “focus”.

Ridurre il sovraccarico della componente visiva o di quella uditiva della memoria di lavoro.

Facilitare la ricerca delle informazioni necessarie per portare a termine un compito.

Allo stesso modo, secondo Pellegrini (2014), per incrementare il carico cognitivo pertinente è necessario:

Incoraggiare la costruzione di nuove competenze predisponendo situazioni efficaci.

Aumentare la variabilità dei problemi da risolvere.

Offrire occasioni per rivedere le azioni attraverso l’uso del video.

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Dott. Andrea Menozzi Psicologo dello Sport
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Figura 2. Azioni per incrementare carico cognitivo pertinente

L’obiettivo dello staff tecnico deve essere, quindi, quello di diminuire il più possibile il carico cognitivo intrinseco e quello estraneo, e allo stesso tempo ottimizzare il carico cognitivo pertinente.

Carico cognitivo

Il carico cognitivo, quindi, consiste nell’insieme delle risorse mentali che possono facilitare o pregiudicare l’esecuzione di un compito, è determinato dalla complessità e dall’incertezza dell’esercitazione (numero di giocatori coinvolti, spazio, tempo, regole limitanti e condizionanti, etc.) e si associa alla necessità del giocatore di comprendere i principi del gioco (García-Calvo, 2017).

Esigenza Percettiva

Considerando il carico cognitivo come il grado di esigenza percettiva, decisionale ed esecutiva richiesta per eseguire un compito, lo staff è chiamato a modulare una serie di variabili durante la costruzione delle esercitazioni, presentate di seguito.

Bisogna sottolineare che non si deve modulare una sola variabile all’interno delle esercitazioni, ma è possibile lavorare su più variabili contemporaneamente, al fine di sviluppare un adattamento cognitivo in funzione dei diversi contesti che troveranno in gara (García Calvo, 2017).

Spazio

Aumentarlo e diminuirlo permette di variare il grado di difficoltà dell’esercitazione.
Per esempio, lavorando con il reparto difensivo, le dimensioni del campo si possono ampliare in relazione al numero di giocatori.

Gli spazi stretti costringono i giocatori in possesso palla a pensare rapidamente e ricercare, attraverso giocate sotto pressione, lo spazio libero a disposizione.

Inoltre è possibile introdurre zone fisse, zone mobili (p.e. fuorigioco), zone proibite o zone di transito (sebbene non esistano nel gioco reale) per facilitare l’espressione di comportamenti richiesti dai principi di gioco.

Tempo

la modulazione del fattore tempo è uno strumento grazie al quale è possibile elevare il livello di stress e favorire la ricerca di possibilità d’azione durante le situazioni di gioco.

Un esempio consiste nel limitare il tempo a disposizione per sviluppare un’azione di gioco, costringendo il giocatore a prendere decisioni rapide che possono pregiudicare la precisione dell’esecuzione.

È possibile altresì iniziare un’esercitazione partendo da una situazione di vantaggio chi si viene a perdere col trascorrere del tempo. Inoltre, il ritmo di gioco determina la temporalità delle azioni che si vanno a svolgere, che possono essere fortemente influenzate dai comportamenti dei giocatori.

Norme Limitanti

L’introduzione di regole che limitano la libera espressione del giocatore genera un inevitabile senso di frustrazione.

Per far sì che il giocatore sperimenti questa sensazione è possibile imporre norme restrittive che rendano difficile la realizzazione dell’azione.

Per esempio, limitare la possibilità di contatto o bloccare la comunicazione verbale e non permettere quindi ai giocatori di comunicare tra di loro, sono situazioni che obbligano il giocatore a utilizzare altri canali e recuperare nuove risorse per far fronte al compito richiesto. 

Norme Condizionanti

il calcio è caratterizzato da un’alta frequenza di situazioni nelle quali è obbligatorio focalizzare, orientare e distribuire l’attenzione.

Per questa ragione, una delle risorse più produttive per creare carico cognitivo consiste nella realizzazione di esercizi dove si invita il giocatore a percepire i movimenti dell’avversario, del pallone, o dei compagni, prima di eseguire il compito.

Contingenze di Risultato

Il risultato non conta, conta tantissimo.

Quest’assioma ci costringe a lavorare su questo aspetto, creando situazioni nelle quali si “stressano” i giocatori al raggiungimento di un risultato positivo, allo scopo di ottenere un vantaggio contingente.

Per esempio, è possibile strutturare partite con una squadra che parte con un vantaggio: in questa condizione stiamo generando un carico cognitivo alla squadra che deve rimontare il risultato, e uno stress alla squadra che deve mantenere il vantaggio.

Numero di Giocatori

La maggior parte delle situazioni di gioco si sviluppano in inferiorità o superiorità numerica. È fondamentale, quindi, preparare esercitazioni che forzino lo sviluppo della presa di decisione sia in situazione di superiorità sia d’inferiorità.

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Figura 3. Variabili da modulare per allenare il carico cognitivo

Bibliografia

Calvani, A. (2009). Teorie dell’istruzione e carico cognitivo. Trento: Erickson.

García-Calvo, T. (2017). La carga psicológica del entrenamiento en el fútbol: aspectos conceptuales para su valoración y entrenamiento. Revista de Preparación Física en el Fútbol, N°24.

Sweller, J. (2016). Cognitive load theory, evolutionary educational psychology, and instructional design. In C. D. Geary & B. D. Berch (Eds.), Evolutionary perspectives on child development and education. Cham: Springer International Publishing.

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