relazione allenatore/atleta
Strategie per sviluppare la relazione allenatore-atleta: aspetti emotivi e cognitivi
“Sento il bisogno di abbracciare i miei giocatori, di spiegargli e di convincerli. Non c’è cosa più meravigliosa che cercare di far entrare le tue idee nella loro testa. Alla fine tutto si riduce a sentirsi amati”.
Con questa frase Pep Guardiola sintetizza la sua visione del rapporto con i propri giocatori, anche se è bene sottolineare come entrambi gli attori in causa abbiano il dovere di costruire una relazione di qualità.
Jowett e Lavallee (2007) sottolineano che è bene considerare gli aspetti emotivi e cognitivi che determinano la relazione allenatore-giocatore.
Le componenti emotive si riferiscono agli elementi di cura e affetto personale, definibili in termini di vicinanza, complicità e rispetto.
Vicinanza
è una delle caratteristiche delle relazioni positive, che trascende dalla mera pratica sportiva. Interessarsi agli aspetti personali dell’atleta, la situazione accademica, le relazioni sentimentali e la situazione familiare significa valorizzarlo come persona.
Arsene Wenger, storico allenatore dell’Arsenal, sostiene che: «un vero segnale di mancanza di leadership è quando i giocatori non ti parlano dei loro problemi: significa che non li puoi aiutare o che non si sentono considerati. Una squadra è tanto forte quanto lo sono le relazioni al suo interno».
complicità
Volgarmente è definita come la “chimica” tra allenatore e giocatore, che permette al primo di dire all’atleta quello che non vuole sentire, far vedere quello che non vuole vedere per farlo diventare quello che sempre voluto diventare.
rispetto
è un elemento indispensabile e si intende come la considerazione di riconoscere i diritti e la dignità altrui, astenendosi quindi da ogni parola o azione che possa offenderli.
Come sostiene Ricci (2021), l’allenatore deve creare un ambiente in cui i giocatori possano esprimersi in autonomia e, per farlo, è necessario che sia in grado di creare una sorta di “porta di accesso” con essi, ponendosi nel rapporto ad un livello paritario pur mantenendo il dovuto rispetto dei ruoli.
Le componenti cognitive delle relazioni sono quegli aspetti che riguardano i pensieri, le idee, i valori, tra le quali emergono la fiducia, l’equilibrio vicinanza-autorità e la condivisione.
fiducia
è un indicatore del clima positivo che si vive nel campo e nello spogliatoio, determinato dal comportamento degli atleti che, attraverso disponibilità e impegno, credono in quello che lo staff gli propone.
Si crea una relazione reciproca riassumibile nella frase “credo in te e te lo dimostro, tu credi in quello che ti propongo e insieme costruiremo un percorso”.
In questo percorso l’allenatore deve mantenere integrità e coerenza, senza rischiare di farsi condizionare da giudizi o valutazioni altrui che finiscono per rompere questo vincolo imprescindibile.
equilibrio vicinanza-autorità
la relazione allenatore-atleta è asimmetrica per definizione. L’allenatore ha un ruolo di autorità, ma non per questo deve abusarne.
È importante che si stabiliscano i confini della relazione, ma ciò non significa alzare un muro.
Mageau e Vallerand (2003) sottolineano come gli staff tecnici debbano appoggiare l’autonomia dei giocatori, considerando le loro prospettive, le conoscenze e i sentimenti in modo da poterli coinvolgere nelle decisioni che li riguardano.
Troppo spesso, per esercitare la propria autorità, gli staff riducono gli atleti a semplici esecutori delle proprie direttive, senza considerare l’importanza dell’autodeterminazione.
condivisione
si riferisce a come allenatore e atleta orientano i propri sforzi in funzione degli obiettivi comuni e ai cambiamenti necessari per conseguirli.
Per creare una relazione emotivamente funzionale, l’allenatore deve essere una persona degna di fiducia, stare al servizio dei giocatori, preoccuparsi di dialogare con loro, ispirarli per far si che decidano di fare quello che gli serve per trasformarsi nell’atleta e nella squadra che potrebbero essere.
Ci sono molti allenatori che sono dei bravissimi oratori ma pochi buoni ascoltatori: la maggior parte di noi filtra le parole in modo da assorbirne solo una parte, generalmente quello che vogliamo sentire o che ci piace ascoltare.
Ascoltare è un’arte che poche persone coltivano, ma è molto utile, perché un allenatore che sa ascoltare otterrà più informazioni e raggiungerà un rapporto migliore con i suoi giocatori e con i membri dello staff tecnico e dirigenziale.
Per creare relazioni efficaci, lo staff tecnico deve essere in grado di sorprendere, emozionare e convincere (Seiru-lo e Lago Peñas, 2021).
sorprendere
significa generare attenzione negli atleti, che non diventeranno assuefatti delle modalità consolidate dello staff, ma si faranno guidare da nuove comunicazioni e punti di vista.
emozionare
aiuta a raggiungere gli obiettivi e l’empatia è forse la più importante manifestazione.
Ci s’immedesima nell’altra persona per coglierne i pensieri e gli stati d’animo e ciò permette di condividere emotivamente la sua esperienza, pur non perdendo il senso della propria identità.
Capire, in pochi sguardi, di cosa necessita l’atleta sarà indispensabile per proporgli con maggiore efficacia un determinato allenamento, un cambio di ruolo, o una decisione difficile come quella di non utilizzarlo per la prossima gara.
convincere
il nostro modo di stare in relazione e di comunicare non è mai uguale, nei contesti e nelle relazioni.
Tuttavia, pur nella variabilità e unicità dei nostri comportamenti, sembra che in ciascuno di noi ci sia una certa costanza sul modo di relazionarsi e di pensare a sé e all’altro.
Il comportamento assertivo si esprime attraverso la capacità di utilizzare lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al contesto e all’obiettivo che si vuole raggiungere.
Creare relazioni è un processo attraverso il quale ci si scambia opinioni, idee e conoscenze, motivo per il quale è importante distinguere tra “avere informazioni” e “saperle trasmettere”.
Figura 2. Relazione nello spogliatorio
Bibliografia
Jowett, S., Lavallee, D. (2007). Social Psychology in Sport. Champaign: Human Kinetics.
Mageau, G. A., Vallerand, R. J. (2003). The coach-athlete relationship: a motivational model. Journal of Sports Sciences, 21.
Ricci, M. (2021). La relazione allenatore-giocatore. www.areacoach.it
Seiru-lo, F., Lago Peñas, C. (2021). La dirección del entrenamiento y del partido en el fútbol y los deportes de equipo. Amazon Publishing.