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PSICOLOGIA dello SPORT

ALLENARE IL CONTROLLO EMOTIVO

Come allenare il controllo emotivo: strategie cognitive

Lo staff tecnico deve conoscere le diverse modalità di pressione psicologica che intervengono nello sport, prendendo coscienza che ci sono vari elementi che possono portare l’atleta a non utilizzare al meglio le componenti del controllo emotivo, con conseguenze tangibili riguardo alla sua prestazione.

Strategie per riconoscere le espressioni delle emozioni

Le emozioni sono viste come distraenti, come negative, ma non esistono solo le emozioni negative come ansia e paura. Lo staff tecnico è chiamato a riconoscere e far riconoscere le sensazioni soggettive e le manifestazioni psicofisiologiche, perché ogni atleta avrà una risposta emotiva e fisiologica individuale.
Occhiaie, tachicardia, nausea, urinazione eccessiva, mani sudate sono solo alcuni indicatori che permettono allo staff di cogliere lo stato di pressione che avverte il soggetto.
Un altro elemento che aiuta lo staff a riconoscere le sensazioni soggettive è rappresentato dai comportamenti di espressione emotiva, tra i quali si possono notare labbra secche, tono di voce flebile e continui movimenti su e giù lo spogliatoio.
Queste espressioni possono sottendere un disagio, un’eccessiva pressione individuale alla quale lo staff deve cercare di dare un significato: un gesto di stima, una parola di rinforzo o anche solo ricordare situazioni di successi passati possono fungere da “tranquillante” per il nostro atleta in difficoltà.

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Strategie per aumentare o diminuire il livello di attivazione

E’ bene ricordare che l’interpretazione dell’attivazione varia da atleta ad atleta. Ci sono atleti per i quali un determinato livello di attivazione è piacevole e funzionale alla prestazione, mentre per altri è necessario che sia relativamente basso per non portarlo ad uno stato di blocco fisico e mentale.
Ogni atleta deve imparare, nel corso della carriera, a mettersi nella situazione psicologica ottimale, e questo percorso non s’impara dall’oggi al domani.

L’autoconoscenza permette al soggetto di analizzare il suo livello di attivazione, e di conseguenza capire se è funzionale o disfunzionale alla prestazione.

Ogni atleta deve preparare una lista di comportamenti pre-gara (stile routine) che gli permettono di trovare un livello di attivazione ottimale, e contemporaneamente una lista dei comportamenti che lo portano invece ad avere un livello troppo basso o troppo alto.
Nella stesura di questo “diario pre-competitivo”, il giocatore può ipotizzare le situazioni di rischio della gara, analizzando i pro e contro di determinati comportamenti, i fattori della prestazione che può controllare. In una parola, l’atleta può sviluppare una maggior consapevolezza delle proprie reazioni emotive e cercare di far leva su quelle che lo portano a essere competitivo in campo.

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Dott. Andrea Menozzi Psicologo dello Sport

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Strategie per controllare le manifestazioni di ansia

Di fronte a situazioni che appaiono complesse, lo staff tecnico deve cercare di trasmettere fiducia, vale a dire deve fronteggiare le situazioni complicate risaltando i punti forza della squadra e le caratteristiche positive.

Lo staff tecnico, prima di un appuntamento competitivo ritenuto di grande importanza, deve ricordare situazioni precedenti di buon rendimento che permettano di elevare l’autoefficacia collettiva.

Rinfrescare la memoria dei giocatori ricordando prestazioni che hanno portato al successo può essere di grande aiuto, e le affermazioni possono essere accompagnate da riprese video dove si mostrano i punti forza della squadra.

Lo staff tecnico deve cercare di ridurre la percezione d’importanza della situazione, perché quanto più importante è la situazione, maggiore è la carica emotiva.

Per evitare che la carica diventi eccessiva, è consigliato utilizzare alcuni semplici accorgimenti.

Prima di una gara non è consigliato variare il metodo di lavoro, vale a dire modificare il piano di allenamento a cui gli atleti sono abituati: non è utile aumentare il numero di sedute, né tanto meno aumentare il tempo di lavoro in campo.

Infatti, l’atleta potrebbe percepire i cambi di programmazione come un’insicurezza collettiva, che nasce dalla preoccupazione dello staff circa il lavoro svolto.

Strategie per ridurre lo stress

L’atleta ha bisogno di un certo grado di controllo della situazione e di azioni concrete per evitare che si crei incertezza, la principale fonte di stress durante il gioco.

Si possono utilizzare alcune semplici strategie per ridurre l’incertezza, come dare ricordare i compiti che vogliamo vengano svolti, le caratteristiche degli avversari, le indicazioni

Strategie per aumentare lo stress

Ci sono momenti della stagione, magari in conseguenza di una serie di risultati positivi, in cui i giocatori hanno bisogno di mantenere un certo grado di tensione per affrontare al meglio la situazione.
Lo staff tecnico, per evitare cali di rendimento, può avvalersi di alcune azioni concrete per modulare il grado di tensione e mantenere i propri giocatori “sotto pressione”.
Lo staff può utilizzare filmati dove si mostrano gare nelle quali si sono commessi errori individuali e collettivi che hanno portato alla sconfitta, oppure preparare una lista dove sono messi in risalto le qualità degli avversari e i punti deboli della squadra.

Bibliografia

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