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ALLENARE L’ATTENZIONE IN PSICOLOGIA SPORTIVA

Allenare l’attenzione richiede fatica, motivazione e pratica costante, non è qualcosa che si ottiene solo attraverso la persuasione verbale, il rinforzo o le indicazioni da parte dello staff tecnico.

L’allenamento dell’attenzione si compone di una parte da svolgere “fuori dal campo” e di una parte di tecniche per allenarla “in campo”, attraverso prerequisiti ed esercitazioni di allenamento.

Mancanza di attenzione durante gli allenamenti?

La mancanza di attenzione e concentrazione durante gli allenamenti e le gare sono uno dei principali rompicapi che attanagliano gli allenatori.

Spesso e volentieri, però, sono gli stessi allenatori a non sapere in concreto come allenare l’attenzione, credendo che basti utilizzare delle semplici frasi del tipo “Concentrati!” o “Abbiamo vinto perché siamo stati concentrati durante tutta la gara”: nulla di più sbagliato.

La maggior difficoltà dell’allenatore è di riconoscere, individuare e capire i processi attentivi dei propri atleti e tradurli in modalità operative di allenamento.

 

Gli atleti devono imparare a leggere il gioco e a dare un significato a ciò che stanno vivendo, e quindi imparare a focalizzare l’attenzione in funzione delle posizioni in campo, ricercando gli stimoli rilevanti ed eliminando quelli che non servono o che possono danneggiare la prestazione.

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PAROLE CHIAVE PER ALLENARE L’ATTENZIONE

L’allenatore può stabilire una serie di parole chiave che avranno un senso preciso e chiaro per tutti i componenti della rosa.

L’utilizzo delle parole chiave diviene uno strumento di allenamento e di problem solving, e il linguaggio specifico determina la creazione di un codice comune e condiviso, che rende il gruppo unico, speciale, interattivo.

Oltre alle classiche parole associate a un movimento specifico, è possibile strutturare insieme ai propri atleti dei codici per situazioni specifiche di gioco, creando un glossario, semplice ed efficace.

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Per allenare l’attenzione dei propri atleti, lo staff tecnico può servirsi di Routine, intese come la ripetizione di una serie di comportamenti da eseguire prima degli allenamenti o prima delle gare.

ALLENARE L’ATTENZIONE CON LA “ROUTINE”

L’obiettivo delle routine è di sviluppare consapevolezza nel giocatore, chiamato a focalizzare la propria attenzione su determinati comportamenti.

Lo staff tecnico può preparare, insieme ai giocatori, routine individuali e routine collettive.

Un esempio di routine di concentrazione consiste nell’impostare un riscaldamento mentale, provato nello spogliatoio, utilizzando strumenti audiovisivi utili a stimolare l’attenzione.

Playlist audio per allenare l’ATTENZIONE

E’ possibile creare una playlist insieme ai giocatori composta dalle canzoni che loro hanno scelto e che vengono riprodotte ( a volume moderato!!) nello spogliatoio prima dell’allenamento o della gara.

Può essere di aiuto, inoltre, attraverso un proiettore posizionato nello spogliatoio, mostrare rapidamente gli esercizi che verranno svolti durante la seduta e creare una discussione inerente agli obiettivi con i giocatori.

In campo, l’obiettivo dell’allenamento dell’attenzione consiste nel fatto che l’atleta non perda attenzione prestandola a elementi e stimoli.

LA PSICOCINETICA

La psicocinetica concentra in se stessa tutto ciò che lega un movimento (cinetica) a un ragionamento (psico).

Le esercitazioni psicocinetiche vanno quindi a stimolare la capacità di acquisizione e lettura delle situazioni, la capacità di saper indirizzare l’attenzione su ciò che è veramente rilevante e la capacità di anticipazione, cioè la capacità di trovare soluzioni il prima possibile.

Nella strutturazione di esercitazioni psicocinetiche, lo staff tecnico deve essere particolarmente metodico e ordinato, prevedendo una suddivisione del tempo che consenta da un lato di elaborare tentativi idonei a risolvere i problemi presentati, dall’altro lato di analizzare, confrontare e approfondire le soluzioni cui si è approdati.

L’allenatore deve porsi in maniera propositiva, richiamando l’attenzione su particolari precisi e mai numerosi, non deve essere lui a dare o proporre soluzioni, ma deve attendere che siano i calciatori a elaborare ipotesi di soluzione del problema.

Lo scopo delle esercitazioni è quello di creare una modalità di apprendimento cosciente e consapevole che permetta all’atleta di acquisire concetti necessari per una migliore e più rapida comprensione delle situazioni contingenti e per costruire, prima a livello neuronale e successivamente in sede muscolare, una risposta motoria adatta al singolo momento di gioco.

Bibliografia

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