La meravigliosa età dell’adolescenza
L’adolescenza è il palcoscenico per scoprire come vogliamo condurre la nostra vita, non accontentandoci di essere attori che interpretano un ruolo assegnato (David Bueno i Torrens).
L’adolescenza è il periodo vitale in cui le persone stabiliscono consapevolmente una serie di comportamenti che saranno cruciali per il proprio percorso futuro.
Acquisire competenze, conoscenze, la ricerca di novità, il coinvolgimento sociale, accresciuta intensità emotiva e sperimentazione creativa, sono alcuni dei comportamenti essenziali per la costruzione della propria identità, che permette di vivere secondo come pensiamo e come ci sentiamo (Bueno i Torrens, 2022).
Secondo Santrock (2022), nessun individuo entra nell’adolescenza come tabula rasa, con solo un progetto genetico che determinerà i suoi pensieri, sentimenti e comportamenti.
La combinazione di un modello genetico, di esperienze accumulate durante l’infanzia e di esperienze adolescenziali che determinano il corso dello sviluppo sono elementi che devono essere tenuti in considerazione se si vuole pensare a questa fase come un momento di inevitabile ricchezza e non come un cammino di penitenza.
Storicamente, l’adolescenza è stata definita come il periodo evolutivo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta che implica cambiamenti biologici, cognitivi e socio-emotivi.
Sebbene le circostanze culturali e storiche limitino la capacità di stabilire accuratamente le fasce d’età, nella maggior parte delle culture oggi l’adolescenza inizia all’incirca tra i 10 ei 13 anni e termina tra i 18 ei 22 anni nella maggior parte degli individui (Santrock, 2022).
Alcuni specialisti dello sviluppo adolescenziale ritengono che sia stata data troppa enfasi ai cambiamenti biologici associati alla pubertà come determinanti dello sviluppo psicologico dell’adolescente, che sebbene siano importanti, non sono gli unici.
Infatti, è bene considerare l’importanza dei contesti sociali nello sviluppo psicologico perché, come sostiene Byrnes (2008), gli adolescenti non sono solo esseri biologici, sono anche esseri mentali.
Dott. Andrea Menozzi Psicologo dello Sport e dell’Adolescenza
Quando si parla di comportamento adolescenziale, l’impulsività, la mancanza di autocontrollo, il bisogno di gratificazione immediata, la ricerca dell’autonomia e delle sensazioni piacevoli, la ricerca dell’individualità con un interesse sproporzionato nell’interazione sociale con i coetanei, l’opposizione e conflitto con adulti e figure autoritarie di riferimento, l’intensità emotiva e maggiore sensibilità allo stress sono all’ordine del giorno.
Tutti questi comportamenti, che per le famiglie, gli insegnanti e gli istruttori sportivi possono sembrare fastidiosi, hanno invece un chiaro senso evolutivo (Cabrera Marquez e Portero Tressera, 2018). Ciò nonostante, genitori, educatori, psicologi, insegnanti, e tutti coloro che vivono e lavorano con gli adolescenti si saranno fatti (almeno una volta nella vita) questa domanda: quando finisce l’adolescenza?
Apparentemente, oltre alla necessaria maturazione di tutti i sistemi biologici del cervello, la cessazione dei comportamenti legati all’adolescenza ha anche elementi sociali e culturali: si ritiene che un adolescente smetta di comportarsi come tale quando è riconosciuto e ammesso adulto nella sua comunità dal resto degli adulti, compresi, o specialmente, i suoi genitori, con uguali diritti e doveri degli altri (Bueno i Torrens, 2022).
Gli adolescenti devono adottare un comportamento sperimentale perché stabiliranno la loro autonomia attraverso nuove esperienze.
Questa ricerca della novità, stimolata dall’ottenimento di sensazioni gratificanti, è legata alla creatività, che fa dell’adolescenza una fase cruciale dell’umanità e la porta a rompere con i limiti stabiliti.
Ciò implica che, per una buona maturazione delle loro capacità cognitive ed emotive, dobbiamo porre loro dei limiti, sapendo che cercheranno di infrangerli e che incorreranno anche in rischi inutili: è così che maturano la loro autonomia personale e capacità riflessive, che li aiuta a raccogliere informazioni quando ne hanno bisogno e a porsi buone domande, a cui non dovremmo rispondere (Bueno i Torrens, 2022).
Lo stereotipo vuole che l’adolescenza sia un periodo di grande confusione: in effetti è proprio così, ma ad essere confuse non sono solo le persone che lo attraversano.
In realtà gli adulti sono molto più disorientati di fronte a questo stadio della vita di quanto non lo siano gli adolescenti stessi.
Le scoperte sul processo di sviluppo cerebrale e sulle conseguenze di questi cambiamenti neurobiologici sul comportamento degli adolescenti rendono evidenti i molti errori che sono stati commessi nel cercare di crescere al meglio i nostri giovani (Steinberg, 2015).
In sintesi, l’adolescenza è un momento essenziale nella vita umana, un periodo critico di transizione tra l’infanzia e la giovinezza, un’opportunità per migliorare le opzioni di vita.
In questa fase gli adolescenti devono acquisire la consapevolezza necessaria per diventare i direttori della loro vita.
Per fare ciò, devono generare nuove visioni di sé stessi di cui sono soddisfatti, in modo flessibile e adattabile all’interno della loro coerenza, e quindi devono sperimentare situazioni e identificazioni nuove e diverse.
I cambiamenti dell’adolescenza iniziano alla pubertà e terminano quando i fattori biologici ad essi associati sono abbastanza maturati e il loro ambiente li riconosce socialmente ed efficacemente come adulti con uguali diritti e responsabilità.
BIBLIOGRAFIA
Bueno i Torrens, D. (2022). El cerebro del adolescente. Descubre cómo funciona para entenderlos y acompañarlos. Barcelona: Grijalbo Mondadori.
Byrnes, J.P. (2008). Piaget’s cognitive developmental theory. In M.M. Haith & J.B. Benson (Eds.), Encyclopedia of infant and early childhood development. UK: Oxford, Elsevier.
Santorock, J.W. (2022). Adolescence. Eighteen Edition. New York: McGrawHill.